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Il germe dell’antipolitica proviene dai politici

Gli gnostici erano sicuri che il corpo fosse la prigione dello spirito. In quanto tale, rappresentava il massimo impedimento per la vita eterna e dunque la massima sofferenza dello spirito. Se questo assunto fosse vero, e per certi versi lo è ancora oggi secondo la maggior parte delle religioni, ciascuno degli uomini non dovrebbe aspirare ad altro che a liberarsi della prigione del corpo.
La vita allora è un dono che trova la sua giustificazione nella sofferenza. In politica, personalità come il Ministro Clemente Mastella, rappresentano per la governabilità del paese, quello che il corpo fisico rappresenta per lo spirito: un carcere, un impedimento.
Liberarsi da impedimenti di questo genere, significherebbe garantire governabilità al paese. Per ambedue gli schieramenti di destra e di sinistra, s’intende.
Nel caso di Mastella, egli fa da prigione ora all’uno, ora all’altro schieramento. Perché la indefessa coerenza, lo si deve ammettere, più volte e nei decenni ostentata con orgoglio passando da destra a sinistra a difesa di interessi particolari (parole sue) piuttosto che generali inerenti il bene del paese, è stata ferrea, costante, immutata.
Parafrasando la metafora degli gnostici ed adattandola alla politica, dove lo spirito sia rappresentato dalla governabilità, non resterebbe altro da fare che liberarla una volta e per tutte da…Mastella.

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