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Intervista al ministro per gli italiani nel mondo Tremaglia

Tremaglia: in nome dell’Italia e dell’italianità

Intervista al Ministro per gli italiani nel mondo on. Mirko Tremaglia

Per le elezioni del 2006 appoggerò le liste civiche, dove confluiranno le associazioni di base
Il Ministro per gli Italiani nel Mondo in visita ad Atene. Pppoggerò le liste civiche, e non quelle preparate dai partiti

Lei ha creato la Confederazione degli Imprenditori Italiani nel mondo, la CIIM. Di cosa si tratta?

«E’ una iniziativa che ho preso a seguito di una conferenza degli imprenditori italiani nel mondo tenutasi a Roma. Io tento, cerco di costruire nel mondo quello che io chiamo il “Sistema Italia” che è ignorato in Italia. La classe dirigente italiana, come quella politica, non sa quale grande ricchezza noi abbiamo nel mondo. Penso agli italiani all’estero, e il punto centrale è questo: noi abbiamo circa quattro milioni di cittadini italiani con sessanta milioni di stanziali di origini italiane, che sono una grande risorsa, una grande ricchezza. Quando ho organizzato il convegno ho lanciato una banca dati di quanti fossero gli italiani sparsi in tutto il mondo che sono nel mondo degli affari. Allora mi sono detto: “È assurdo tutto questo, vediamo di collegarli con gli italiani in Italia”. Alla Confindustria questo discorso è piaciuto solo in parte, ma due mesi fa ha capito. Ho avuto un incontro con il Direttore Generale della Confindustria ed altri, perché noi disponiamo di una banca dati con i nomi di circa ventimila imprenditori, e potrei arrivare sino a centomila. È un grande impero economico, lo sottolineo. Il nucleo vincente di questa Confederazione è composto da trentadue persone e la fatturazione delle loro imprese è pari ad otto miliardi di Euro. Ecco che abbiamo già la visione di un impero economico, per cui dobbiamo stare molto attenti a saperlo usare a nostro vantaggio. Il Ministro dell’Economia italiano deve guardare alla internazionalizzazione, perché la Confederazione può creare ricchezza, incentivando questi nostri imprenditori di origine italiana a investire in Italia, specie per quanto riguarda il sud. Questa è la chiave».

Quindi la CIIM potrebbe essere intesa allora come una lobby…..

«Si. È una cosa molto importante ed io ho contribuito a farla nascere. In tanti anni di politica attiva sono stato testimone ed ho partecipato per ben due volte a modificare la Costituzione. Lo vada a raccontare agli uomini politici che per la prima volta nella prossima legge finanziaria dovranno occuparsi, per la prima volta ripeto, delle elezioni politiche all’estero previste per l’anno venturo. Nessuno si era mai occupato di garantire il voto agli Italiani all’Estero. Ecco io vorrei che ogni tanto qualcuno si ricordasse e dicesse grazie».
Lo dice con grande orgoglio.
«Sì, e anticipo qui che il ponte sullo stretto di Messina verrà dedicato agli italiani all’estero. La decisione è stata presa d’accordo con il Ministro dei lavori pubblici, Lunari, stabilendo la costruzione di un grandioso museo internazionale dell’emigrante sul versante Messina e di una prestigiosa Università su quello di Reggio. Ho chiesto, inoltre, al Governo, che la giornata dell’otto di agosto venga dedicata al sacrificio del lavoro italiano nel mondo. Il Governo l’ha concessa e così, per la prima volta, in Italia, ci sarà una giornata commemorativa per tutti quanti gli emigrati: un pensiero, un momento di raccoglimento per tutti quelli che sono andati per il mondo, per la nostra gente. Questo io lo rivendico, l’ho fatto io, lo dico perché questa è tutta la mia vita. Così si fa la politica nel nome dell’Italia e della italianità al di sopra delle parti e dei partiti. Così si ricorda il dolore, il sacrifici: perché da quel dolore e da quel sacrificio nasce questa grandezza dell’Italiano nel mondo, questo io lo dirò sempre. Se le parti politiche vogliono fare la polemica, possono fare qualsiasi polemica, ma questa è la grande verità. E se democrazia vuol dire suffragio universale, permettere a tutti di votare, il voto a tutti è stato dato il 20 dicembre del 2001 con una legge che si chiama Tremaglia».

Ministro, parliamo di Comites. Quello greco è alle soglie del fallimento, si registrano molte lamentele. Ma di che cosa dovrebbe occuparsi questi organismo di rappresentanza?

«Io farò una riunione di tutti i Comites d’Europa. Vede, io ho delle deleghe importanti e io devo essere anche garante di tante “cose” e per essere il garante di tante “cose” io devo rafforzare la rete consolare, non posso assistere inerme al suo depauperamento. Però i signori Consoli devono parlare con me. Se i signori Consoli mandano rapporti soltanto al Ministero degli Esteri e non al Ministero per gli Italiani nel Mondo significa che il Ministro per Italiani nel Mondo non sa cosa avviene».
Il CGIE praticamente sembra una vetrina per chi si presenterà alle elezioni.
«I candidati alle elezioni, devono essere residenti all’estero allo stato attuale io penso che ci saranno mille, duemila candidature perché tutti vorrebbero candidarsi».

Quale deve essere il profilo del candidato tipo per poter essere efficace ed incisivo per le comunità italiane che rappresenterà in Parlamento?

«Noi dobbiamo avere gente che non solo rappresenta la comunità ma addirittura deve essere in grado di sottoporre i problemi dell’Italia alle autorità dei Paesi in cui sono stati delegati. Uno dei punti chiave di eccezionale valore sconosciuto in Italia è che abbiamo già degli eccezionali rappresentanti. Qualcosa come 395 Parlamentari di origine italiana sparsi in tutto il mondo. La nostra gente è entrata nelle pubbliche amministrazioni di Paesi esteri, è entrata a far parte dei loro governi. È integrata a pieno titolo nei Parlamenti di tutto il mondo e nessuno se ne è accorto. Questo vuol dire, però, avere un “Sistema Italia” nel mondo molto forte. Essi sono una grande risorsa, una grande ricchezza che in Italia non è stata ancora sfruttata. Questo è l’orgoglio, questo è il mio orgoglio, quello di essere italiano al cento per cento. Ognuno ha la propria storia, io ho la mia storia che rivendico, e non può essere mai disprezzata o strumentalizzata dalla politica. Nessuno può farlo perché ho dedicato la mia vita politica agli emigranti che sono i più forti di tutti quanti. Ad elezioni 2006 concluse, uno dei primi compiti dei deputati e senatori eletti dovrà essere quello di avere contatti con questi parlamentari di origine italiana integrati nelle altre nazioni. Assieme ci aiuteranno ad avvicinare gli uni all’Italia e gli altri ai Paesi esteri nei quali vivono. Fatto inaudito, mai pensato prima».

Ministro, su quali informazioni gli elettori, quelli di Germania per esempio, esprimeranno la propria preferenza per un candidato che ha svolto un’attività in un altro Paese europeo. Non si dovrebbe essere informati sul candidato, monitorarne le capacità, sapendo che in Parlamento avrà un ruolo particolare.

«Guardi, sono parlamentare dal 1972, abito a Bergamo. Un giorno – eravamo nel 1994 – il segretario Fini mi chiamò e mi disse: «Per te non c’è più niente da fare perché Berlusconi ha fatto l’accordo con noi nel sud e con la Lega nel nord, tu stai a Bergamo, quindi…». L’ho guardato e gli ho detto: «Tu sei un po’ più giovane di me ma io vivo e muoio a casa mia». Ciononostante, mi sono presentato dopo Alessandra Mussolini, e sono stato eletto, sono arrivato ultimo, ma sono arrivato. Cioè se uno che sta a Bergamo che va a finire a Napoli deve fare la propaganda là, ma non credo che questo sia un problema».

Signor Ministro, cosa ne pensa delle nuove proposte di riforma elettorale in senso proporzionale, pare siano motivo di divisione all’interno della CdL.

«Per quanto riguarda il problema elettorale rispondo che ho tenuto questa mattina (16 Ottobre, n.d.r.) una riunione, importante, perché per la prima volta gli italiani all’estero voteranno. Quindi ho tracciato un quadro per quanto riguarda la legge elettorale non quella che dice lei ma quella che è in vigore. La Costituzione prevede dodici deputati e sei senatori, abbiamo la legge per il voto all’estero, una legge di tipo proporzionale che nessuno contesta. Così cominciamo a dare il via alle liste. Lei sa che abbiamo praticamente sei deputati assegnati all’Europa, sei deputati assegnati al resto del mondo, abbiamo tre senatori assegnati all’Europa, tre senatori assegnati al resto del mondo. Ho cominciato a guardarmi attorno. Darò il mio contributo nel senso che mi occuperò personalmente delle elezioni. A quelli che dicono che il Ministro non se ne debba occupare, rispondo invece che io me ne occuperò e, tanto per essere molto chiari, dirò che quella lista mi piace, dirò quale lista non mi piace. Appoggerò le liste che non rappresentano i partiti preferendo quelle civiche, dove confluiranno associazioni provenienti da varie parti, rappresentanti dei Comites, rappresentanti di patronato, rappresentanti dei comitati tricolori e, via via, farò questa indagine. Questa è la legge elettorale che porta il mio nome, di altre leggi elettorali ne so ben poco e non me ne occupo».

Però potrebbero essere messe in gioco le questioni del voto all’estero con una nuova proposta di modifica elettorale di cui tanto si parla.

«Non c’entra niente, non confondiamo. Le proposte elettorali che riguardano noi qui in Italia non hanno nulla a che vedere con la situazione che riguarda l’estero. C’è chi dice che le elezioni per gli italiani all’estero non si faranno, che si devono fare i nuovi collegi. Chi dice questo è perché non riesce a capire che i nuovi collegi si devono fare in Italia. Il voto degli italiani all’estero è sancito dalla Costituzione dagli artt. 48, 56 e 57. Lì sono contenute le norme ed il numero degli eletti:dodici deputati e sei senatori. Nessuno può cambiare questa norma se non cambiando la Costituzione».

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