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Il piano di sicurezza contro il terrorismo di Pisanu

Varate la misure antiterrorismo del governo

Sta di fatto che le abitudini degli italiani stanno cambiando. Si preferisce l’autobus alla metro come se scoppiare all’aria aperta desse più sicurezza

A mali estremi: il terrorismo, il rimedio piano sicurezza del governo. L’angoscia quasi rassegnata di un attacco terroristico ha finito col condizionare la vita dei cittadini. Il piano prevede una serie di provvedimenti. Il 270 bis sul reato di terrorismo internazionale viene riscritto e reso più dettagliato: dai sette ai quindici anni di carcere per chi arruola potenziali terroristi, da cinque a dieci per chi li addestra, da uno a sei per tutte quelle condotte: «che arrecano danno ad un Paese, ne intimidiscono la popolazione, costringono i pubblici poteri a compiere un atto, destabilizzando o distruggendo le strutture politiche, costituzionali, economiche e sociali». Tra le misure adottate: il fermo e l’arresto da 12 a 24 ore con quello in flagranza esteso ad una gamma molto più vasta di quella attuale; dati relativi a telefoni ed internet saranno conservati fino al dicembre 2007 alle cui intercettazioni potranno accedere gli agenti del Sismi e del Sisde su delega del Presidente del Consiglio; istituzione di una task force investigativa a disposizione del PM; lo straniero che collabora con la giustizia otterrà permessi di soggiorno “premio” di un anno rinnovabili, carta di soggiorno per notizie determinanti; ulteriori limiti alla importazione, commercializzazione e trasporto di esplosivi e detonatori; possibilità di congelare beni in odore di finanziamento al terrorismo; il Viminale si riserva la facoltà, per ragioni di sicurezza, di disporre limitazioni al volo anche nei confronti di chi sia abilitato; il prelievo coatto stabilito dal PM della saliva del soggetto sospettato per accertamenti sul suo DNA per verificare che non abbia già commesso altri reati sotto falso nome ed evitare quindi che goda di benefici penali. Il provvedimento più curioso voluto dalla Lega è quello che inasprisce le pene per chi circola in luoghi pubblici con il viso coperto e le donne che portano il burka o lo chador integrale: reclusione fino a due anni ed un’ammenda da 1000 a 2000 euro.

La gente si chiede se le misure di sicurezza potranno essere in grado di preservarla da attentati terroristici. In Italia si spira un’aria di sfiducia perché l’attentato terroristico, per antonomasia, è di facile esecuzione specie se compiuto da un nemico che non è preoccupato di portare a casa la pelle. Ci si chiede se le oramai famosissime cellule dormienti, presenti tra quei musulmani moderati che vivono e lavorano in Italia, che hanno una famiglia, che magari hanno sposato una italiana con la quale hanno procreato dei bambini ecc. non siano pronte a “svegliarsi”. Questi sarebbero, anzi, sono quella parte dell’Islam moderato che nulla ha e nulla avrebbe (almeno nelle apparenze) a che fare con gli attentati terroristici e che ne condannano pubblicamente le nefandezze. Tra queste brave persone si nasconderebbero, però, delle persone altrettanto brave che, chiamate dalle necessità della guerra santa, sarebbero pronte a trasformarsi in uomini o donne cattivi e posizionare bombe in metro, autobus e luoghi affollati. Se le cellule dormienti sono queste, si nutrono forti dubbi sulla efficacia del pacchetto sicurezza proposto dal governo e nient’affatto per ragioni politiche o di inefficienza delle forze dell’ordine, bensì per la difficoltà oggettiva della fattispecie intrinseca del nemico da combattere. La proposta dalla Lega Nord di uscire dal trattato di Schengen che permette la libera circolazione dei cittadini per studio, lavoro e soggiorno, è la conseguenza restrittiva ed anche abbastanza semplicistica di una difesa approssimativa, di una reazione veemente.

Sta di fatto che le abitudini degli italiani stanno cambiando. Si preferisce l’autobus alla metro come se scoppiare all’aria aperta desse più sicurezza. Ci si guarda intorno con aria circospetta alla ricerca di uno zainetto o di una valigia abbandonata. Tutti gli edifici istituzionali vengono sistematicamente tenuti sotto controllo. Ciò che però non è veramente controllabile e che prescinde da una organizzazione di vigilanza, che fa a meno delle leggi dell’uomo, punta sulla sensibilità dell’animo umano dei sopravvissuti e sui corpi straziati delle vittime, concentra, nella forza di uno scoppio assassino, le proprie vendette travestite da rivendicazioni, promette e mantiene solo terrore.

Non saranno, dunque, leggi o provvedimenti più o meno speciali a fare da deterrente in soggetti che non temono la morte anzi la invocano. E’ addirittura diabolico che né il messaggio religioso, né il timor di Dio (comunque sia denominato) e delle sue leggi (prima e forse unica volta nella storia) sia stato in grado di placare i propositi dei terroristi. Questa volta, paradosso dei paradossi, dove non è arrivata la religione, dovrà sopperire la società civile e laica nel suo complesso.

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