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La Procura di Bologna e l’ allarme per i giovani sugli effetti distruttivi del gioco legalizzato, la Cinti commenta

La vice responsabile dell’ Italia Dei Diritti per l’ Emilia Romagna: “C’è un percorso risolutivo da intraprendere in maniera immediata, un monitoraggio costante ed organizzato da portare avanti, vi sono interventi da condurre a livello legislativo da impostare e non abbandonare alla temporaneità, poichè la dipendenza dal gioco ha drammatici effetti devianti, che minano spesso in modo irreversibile la serenità di una famiglia con conseguenze difficilmente calcolabili, si tratti di un padre, una madre o peggio ancora di un adolescente”

Bologna, 10 maggio 2013 – Il Procuratore capo dell’ Emilia Romagna, Ugo Pastore, ha chiarito il senso dell’ allarme in merito al mondo del gioco d’azzardo e ai giovani. L’ occasione è stata la seconda giornata del Convegno “Minori e devianze”, espressamente dedicato al tema del gioco ed organizzato dall’ Ami ( l’ associazione degli Avvocati matrimonialisti ) e dai Carabinieri di Bologna. Secondo quanto riportato dall’ Agenzia Dire, sono sempre più frequenti i casi di ragazzi che arrivando in Procura si scoprono essere, in modi diversi, vittime del gioco. Può trattarsi di figli di ludopatici che dilapidano lo stipendio e si sottraggono ai doveri connessi al proprio ruolo nei confronti dei figli, pertanto non si preoccupano di soddisfare i loro bisogni primari, come il dargli da mangiare, oppure non offrono loro adeguate cure sanitarie. Ma può anche succedere che i minori, non i genitori, siano stati contagiati dal vizio del gioco e allo scopo di potervisi dedicare non disdegnano di commettere reati. E’ successo che per comprare i “gratta e vinci”, alcuni giovani arrivino a rubare all’ interno delle mura domestiche o di quelle dei parenti, o addirittura si prestino a fungere da basisti per furti nella propria casa. Il Procuratore Pastore ha chiaramente parlato di “deriva” causata dalla legalizzazione del gioco, sottolineando che esso ha “effetti distruttivi sulle giovani generazioni e a cui è difficile porre un argine”. Lo stesso Procuratore ha poi aggiunto che si rende necessario un intervento del legislatore affinchè introduca divieti per i minori. Significative sono state le testimonianze rese nel corso del Convegno da parte di ragazzi bolognesi entrati per diversi motivi nella spirale del gioco, alcuni dei quali sono entrati a far parte dell’ associazione Giocatori anonimi di Bologna. Ragazzi che sono entrati in una morsa dalla quale è stato estremamente difficile uscire, o per i quali non è ancora possibile dire di aver vinto la battaglia. Un trentenne vittima delle scommesse sportive, in merito ha affermato: “Io lo considero come l’ epidemia di eroina degli anni ‘ 80”. E ancora: “I primi mesi di gioco vivi come attanagliato da una morsa. Mi ricordo che li ho passati sognando di giocare, di perdere, addirittura di essere anch’io un fantino come quelli su cui scommettevo”.

Luana Cinti, esponente dell’ Italia Dei Diritti e vice responsabile per l’ Emilia Romagna commenta: “Il momento di incontro e confronto rappresentato dal Convegno sul rapporto tra i minori e le devianze connesse al gioco, ha certamente offerto la possibilità di fare un nuovo punto della situazione riguardo alla preoccupante realtà del gioco legalizzato in tutte le sue forme. Sempre più tristi gli episodi riportati, i casi sui quali si aprono dibattiti e organizzano specifici Convegni. Le modalità attraverso le quali si tenta il facile accesso al denaro, le strategie più disparate appositamente studiate e messe in atto in preda al delirio del gioco che gradualmente si impossessa della persona trasformandola in una vittima, in un essere succube e in grado di compiere atti fino a qualche tempo prima impensabili, non possono che suggerire la necessità di andare oltre una spia accesa e una riflessione congiunta e condivisa. C’è un percorso risolutivo da intraprendere in maniera immediata, un monitoraggio costante ed organizzato da portare avanti, vi sono interventi da condurre a livello legislativo da impostare e non abbandonare alla temporaneità, poichè la dipendenza dal gioco ha drammatici effetti devianti, che minano spesso in modo irreversibile la serenità di una famiglia con conseguenze difficilmente calcolabili, si tratti di un padre, una madre o peggio ancora di un adolescente. La pubblicità, di fatto, ha costituito un elemento fondamentale della diffusione ad ampio raggio del gioco legalizzato, indebolendone apparentemente la portata negativa, rendendolo passatempo in linea di massima innocuo se dosato con una certa attenzione. Qualcuno ha riflettuto sulle fasce d’età più vulnerabili, o sulle fasce sociali facilmente attratte dal miraggio di una vincita facile che cambi finalmente la propria esistenza? Il Procuratore Pastore ha portato il significativo caso di ragazzi che del gioco diventano ostaggi e arrivano ad operare furti in casa pur di assecondare il proprio divenuto impellente bisogno. Qualcosa è sfuggito di mano, e adesso tocca pensare ad un nuovo percorso, un nuovo indirizzo di intervento, mettendo in campo idee e programmi di ogni genere, proposte dall’ esito non calcolabile a priori, che coinvolgano di volta in volta, e in un unico, grande piano d’ azione, Istituzioni, associazioni, singoli cittadini e famiglie”.

Ufficio Stampa Italia Dei Diritti Emilia Romagna

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